L’Egitto, un dono del Nilo? (I)

Il Nilo, dono degli dei, oppure dono dei contadini?


  •  Concetti in costruzione: alterità, punto di vista.
  • Nozione da apprendere: la società egiziana, lo stato.

  1.  Rappresentazioni degli alunni                       

 Gli allievi hanno poche rappresentazioni a priori relative alla vita dei contadini egiziani. Al contrario, i libri di testo insistono sui benefici del limo e delle alluvioni del Nilo, dimenticando che, senza il lavoro dei contadini, queste ricchezze non sarebbero state valorizzate.

É dunque nostro scopo attirare l’attenzione degli alunni sul lavoro dei contadini mettendo a confronto due testimonianze apparentemente contraddittorie.

La prima, stilata da Erodoto, descrive i contadini egiziani come gente pigra; la seconda invece, presa dal Papiro Anastasi “La satira dei mestieri” insiste sulle difficili condizioni sociali dei contadini egiziani. Questa contraddizione in realtà è solo apparente, visto che prende in considerazione due piani diversi: l’ambiente naturale e la condizione sociale dei contadini dell’Antico Egitto.

Due sguardi s’incrociano sul Nilo: quello di Erodoto, molto sensibile alle risorse che offre il Delta del Nilo, paragonato alle piccole pianure pietrose della Grecia e quello di uno scriba che vede per forza i vantaggi portati dal Nilo, ma che si dimostra più sensibile ancora alla miseria del contadino egiziano. Si tratta per lui di convincere un giovane (suo figlio?) a non lasciare gli studi; l’unico mestiere a suo parere degno d’interesse è quello dello scriba. E’ possibile allora che l’autore del Papiro Anastasi abbia volutamente peggiorato la situazione del contadino.

Queste realtà tanto diverse dei due autori ci permetteranno di seguire degli obiettivi nozionistici sulla società egiziana ma anche di avvicinarci al concetto di punto di vista, in relazione a “l’altro”straniero e a “l’altro” membro di una classe sociale differente.

  1. Punto sul contenuto                                       

Due nozioni fondamentali sono da evidenziare in questo lavoro: la nozione di Stato nell’antico Egitto e quella di società. Il primo aspetto dell’attività consiste nel fare prendere coscienza agli allievi del ruolo essenziale del Nilo nell’organizzazione sociale dell’antico Egitto (siamo prudenti e diffidiamo di un determinismo geografico che rischia di essere troppo assoluto e in questo caso fuorviante). Occorre insistere sul fatto così straordinario, anzi anormale del Nilo che attraversa un deserto e straripa proprio in piena estate. Non solo questo fiume ritma la vita dei contadini ma struttura anche la società egiziana nella sua quasi totalità.

Il capitolo successivo “L’Egitto, un dono del Nilo?” (II) può essere presentato prima di questo al fine di mettere l’accento sull’ eccezionalità del Nilo che molti manuali presentano invece come fatto evidente. Il secondo aspetto serve a fare prendere coscienza che la ricchezza prodotta dal Nilo non sarebbe tale senza un’organizzazione sociale, definiamola “Stato”, che ne regola la gestione. Lo Stato è contemporaneamente l’origine e il prodotto di questa ricchezza, al punto che se la piena avviene in ritardo, la penuria si fa sentire, di conseguenza lo Stato è subito indebolito e a rischio di rivolte. Nello stesso tempo, ogni volta che lo Stato è indebolito, la sua competenza nella gestione della piena viene meno e l’acqua è sprecata.

Senza il lavoro del contadino, senza le faccende che egli deve al Faraone, oltre alle tasse, lo Stato sarebbe solo una conchiglia vuota. Il Faraone è l’unico padrone della terra anche se ne delega la gestione ad alti dignitari. Alti funzionari sorvegliano i numerosissimi contadini e sono incaricati della riscossione delle tasse in natura.  La raccolta è controllata dagli scribi, uomini “seduti”, uomini della scrittura, uomini della memoria. Lo scriba e il contadino sono le due figure centrali di questo stato, uno è il pilastro dell’amministrazione, l’altro è quello che nutre la maggioranza della società.

Il Nilo, fonte di ricchezza, è alla base di riti religiosi: il Faraone va incontro alla piena del Nilo e ritorna trasportato dalle sue acque, simbolizzando il patto siglato tra il potere- Faraone- e il fiume-dio; il Faraone apre la terra con la marra per scavare il primo solco, dimostrando così di essere il padrone della terra. I geometri del Faraone rimisurano ogni parcella di suolo dopo la piena e fissano l’imposta relativa. I contadini devono promettere che non approfitteranno della piena per spostare i confini dei loro appezzamenti. I geometri procedono secondo una delle proprietà del futuro teorema di Pitagora, utilizzando funi a nodi per disegnare triangoli rettangoli dai lati 3, 4 e 5.

  1. Percorso didattico                                           
TEMPI ORGANIZZAZIONE COMPITO
1° FASE

Si stabilisce la situazione-problema, in altre parole il  confronto di due punti di vista opposti relativi alla condizione sociale del contadino. Come spiegare una divergenza tale?

20 min. Doc.1 e 2. Formazione di due o più gruppi in parallelo, stessa missione per tutti i gruppi. Provate a dire con un disegno o un gioco di ruolo qual è la condizione del contadino, così come la descrive l’autore  del vostro documento. Indovinate quale mestiere potrebbe fare l’autore.
20 min. Relazione alla classe. Organizzazione dell’aula per permettere un buon ascolto e visione dello spettacolo (ogni gruppo legge il suo documento alla classe dopo aver rappresentato il suo personaggio). Ascoltate bene come ogni gruppo vede il contadino egiziano in modo da poter operare un confronto. 
10 min. Gruppo classe, discussione libera. L’insegnante annota  alla lavagna le reazioni degli allievi: sorpresa, indignazione, incomprensioni, tutti elementi utili per organizzare il seguito del lavoro. Rilancia le reazioni sotto forma di domande. Annota anche le ipotesi degli allievi relativamente allo statuto sociale dell’autore. Che cosa ne pensate?… Il contadino egiziano era da invidiare o da compiangere?….

 

In un secondo tempo:

Chi sono gli autori dei due testi, secondo voi?

2° FASE

La sequenza è legata al concetto di punto di vista: punti di vista contrapposti degli autori dei due documenti ma anche punti di vista da scoprire grazie allo studio del concetto di alterità.

20 min. Ritorno nei gruppi iniziali Provate a rispondere alle varie domande.
20 min. Grande gruppo.

Confronto fra le risposte elaborate dagli alunni. Ad un certo punto, l’insegnante interrompe la discussione, terminata o meno.

Leggete le vostre ipotesi. La discussione critica deve essere argomentata.
3° FASE
5 min. Lezione dell’insegnante che insiste sul concetto di punto di vista e sulle motivazioni di ogni autore, in modo da preparare gli allievi alla critica delle testimonianze. Insiste inoltre sull’importanza dello sguardo sull’altro. Ascoltate ciò che l’insegnante dice.
Redazione di un testo individuale su quanto gli alunni hanno capito. Scrivete un testo per spiegare quello che avetecapito di questo lavoro.
  1. Indicazioni sull’animazione
  • I documenti supplementari

I documenti supplementari non sono da utilizzare durante l’animazione della situazione-problema. L’insegnante può utilizzarli per la lezione finale e per fare capire agli alunni che il problema affrontato, non riguarda solo Erodoto e il mestiere dei contadini. Potrà far notare che è imprudente utilizzare degli estratti di documenti fuori dal loro contesto, che potrebbero essere interpretati erroneamente.

  • I documenti informativi

Erodoto

Storico greco nato ad Alicarnasso (v. 484-v. 425): visita le colonie greche del Mare Nero, l’Egitto, Cirene e la grande Grecia. In maniera generale, dà molta importanza al quadro geografico delle società che studia. É considerato il primo storico del mondo occidentale. Precisiamo che egli descrive l’Egitto con gli occhi di un Greco che rimane esterrefatto dalle usanze culturali senza paragone con quelle del proprio universo. Inoltre, Diodoro di Sicilia, anche lui greco, quattro secoli più tardi, riporta le stesse impressioni sul contadino egiziano.

Il Papiro Anastasi.

Questo testo è datato 2100 a.C. circa. Si tratta senza dubbio di una satira dei mestieri, che ha lo scopo di incoraggiare i giovani scribi a portare avanti i loro studi senza sosta. Questo testo, spesso utilizzato nei libri scolastici come testimonianza della vita dei contadini, deve essere letto con gran prudenza. Non si deve dimenticare la sua finalità: dimostrare che solo il mestiere di chi è seduto, lo scriba, vale la pena di essere appreso.

I testi riguardanti gli altri mestieri sono meno spregiativi e meno compassionevoli di quello sul contadino. Si tratta, senza dubbio del testo di una casta nei riguardi di un’altra parte della società egiziana e non di un testo “rivoluzionario”. Come al solito, questo testo c’informa sicuramente di più sulla sensibilità e le rappresentazioni del suo autore, che sulle condizioni stesse dei contadini egiziani. Stiamo attenti a queste difficoltà presenti nei documenti e proviamo a sensibilizzare anche gli allievi. Il documento del Papiro in questione, consacrato allo scriba stesso, invece, dimostra quanto lo scriba tenga il suo mestiere in gran considerazione.

  1. Documenti

Documento. 1 –Il punto di vista di Erodoto

Gli abitanti del delta sono oggi, tra tutte le popolazioni umane, quelli che hanno meno difficoltà a far crescere il loro raccolto: non devono aprire i solchi con l’aratro, non devono sarchiare, sono ignari di tutti i vari lavori che la mietitura richiede altrove. Quando il fiume è venuto da solo ad innaffiare i loro campi e, fatto il lavoro, si è ritirato, ognuno semina e poi lascia i maiali sulla sua terra; gli animali con le zampe interrano i semi; allora all’uomo non rimane che aspettare il tempo della mietitura; poi, quando i maiali hanno pigiato  le spighe sull’aia, immagazzina il suo raccolto.

(Histoires, II, LGF, 1987).

Documento. 2 – Il punto di vista di uno scriba

Il verme ha tolto la metà del grano, l’ippopotamo ha divorato l’altra metà. Ci sono molti topi sul campo, le cavallette si sono sparse, il bestiame ha divorato tutto, i passeri si danno al saccheggio. Oh sfortunato contadino! Quello che rimaneva sull’aia, l’ hanno ridotto a niente i ladri. Il giogo è morto di sfinimento a forza di trapiantare e di arare.                                                                                 

Ed ecco che l’esattore sbarca e vuole fare rientrare il raccolto. Gli impiegati portano dei bastoni e i negri portano delle verghe di coste di palma (…) Dicono: “ Dacci il grano!”        Se non ce l’ ha, lo bastonano. E’ legato con ceppi e buttato nel canale, ci affonda con la testa in giù. E’ decapitata anche la moglie davanti a lui e i suoi figli vengono incatenati.

(Satira dei mestieri, Papiro Anastasi 5)

  • Documento supplementare

È lo scriba che impone le tasse all’Alto e al Basso Egitto, ed è lui che le percepisce; è lui che fa i conti per tutto quello che esiste, tutte le armate dipendono da lui. È lui che porta i magistrati davanti al Faraone e fissa per ognuno il suo destino. E’ lui che comanda il paese tutto intero; tutto quanto è sotto il suo controllo.

Non s’è mai mosso, non ha mai dovuto correre fin dal giorno della sua nascita, odia il lavoro attivo, non lo conosce (…) Sei esperto al di là dei tuoi colleghi, la saggezza dei libri è scolpita nel tuo cuore. La tua lingua è preziosa, i tuoi periodi sono ampi; una sentenza uscita della tua bocca pesa più di 3 libbre (…), sono stupefatto quando dichiari: “ Come scriba, sono più profondo del cielo, della terra e dell’altro mondo”.

(Papiro Anastasi  5)

  1. Prolungamenti didattici

Dopo avere presentato il loro personaggio e analizzato perché queste due testimonianze fossero così diverse, è indispensabile lasciare ai bambini un momento di ricerca individuale e/o collettiva, per riflettere sulla società egiziana e le classi sociali che la costituivano.

  1. Bibliografia
  • L. Sims, Antico Egitto,Usborne,2001.
  • G. P.Panini, Il grande libro dell’Egitto, Mondatori, Milano, 2001
  • N. Morris, Atlante dell’Antico Egitto,Fabbri, 2001.
  • G. Caselli, Uno scriba egizio,coll. La giornata di, Mondatori, Milano, 1987
  • E. Lolli, Gli Egizi: la civiltà dei Faraoni, coll. Per cominciare, Emme copyr., Trieste,1998
  • D .Taverna, La vita quotidiana nell’Antico Egitto, coll. Idee chiave, Paravia, 1977