L’INCONTRO TRA SALASSI E ROMANI

L. Dalbard e S. Trentaz

I Salassi e i Romani, due culture così differenti?


  •  Concetti in costruzione: l’incontro, l’alterità.
  • Nozione da apprendere: la civiltà dei Romani e quella dei Salassi, la posizione geografica della Valle d’Aosta

 

Questo percorso didattico, incentrato sull’incontro tra Salassi e Romani in Valle d’Aosta, oltre a permettere la conoscenza e l’approfondimento della storia locale, può costituire un modello applicabile anche allo studio di altre realtà regionali, in relazione a contesti storici simili: dai Bruzi della Calabria ai Lucani della Basilicata, dai Sanniti della Campania  fino ai Carni del Friuli.

  1. Le rappresentazioni degli alunni                    

Sans titre

Gli alunni hanno poche rappresentazioni sulle condizioni di vita dei Salassi. Essi li immaginano come uomini molto primitivi, coperti di pelli, armati di rudimentali bastoni di legno, abituati a nutrirsi di frutti, bacche, carne cruda e che trovavano riparo in grotte naturali.

Insomma degli autentici selvaggi riuniti in piccoli gruppi, male organizzati e peggio armati.

Possiedono invece buone conoscenze sui Romani. Sanno che hanno costruito dei bei monumenti, che sono forti in guerra e che  abitano anche in altre regioni  non italiane. Inoltre, secondo loro, i Salassi per quanto riescano a resistere agli assalti dei Romani per molti anni, non hanno nessuna possibilità di vittoria di fronte a un conquistatore così forte che si è impadronito di tante terre, dimostrando la sua superiorità militare.

I Romani sono considerati un popolo abituato a vincere le guerre e a sottomettere le genti attraverso la repressione (schiavitù, prigionia ), non lasciando loro via di scampo.

Secondo gli alunni, i Salassi non avevano altra scelta se non quella di fuggire sulle montagne o di essere uccisi.

Si può tentare di spiegare le rappresentazioni degli alunni, considerando che essi hanno probabilmente assimilato il punto di vista del vincitore, dando quindi per scontato la vittoria del più forte. La loro ottica, così come quella di molti manuali scolastici, è quella della romanizzazione. Un’interpretazione che, nell’analisi dell’incontro tra queste due civiltà, tende a non riconoscere alcun apporto da parte dei Salassi alla successiva fusione di culture.

  1. Punto sul contenuto

La civiltà romana, quella dei Salassi e l’incontro tra questi due popoli.

Sfruttavano le  miniere d’oro, materiale  con cui coniavano monete, utili nei frequenti

I primi abitanti neolitici installatisi in Valle d’Aosta  fin dalla quarta e ultima glaciazione sarebbero comunemente chiamati Liguri. Una successiva ondata migratoria di Celti, provenendo dal nord Europa e seguendo il corso del Reno, si sarebbe in seguito integrata con le popolazioni indigene dando origine a un nuovo popolo, i Salassi.

La loro civiltà era perfettamente adattata all’ambiente, in grado di produrre ciò che le serviva  per vivere, pur in un ambiente ostile, riuscendo a dominare la natura con la costanza e sopportando molte fatiche. Sfruttavano le miniere d’oro, materiale con cui coniavano monete, utili nei frequenti scambi e nei commerci con i popoli confinanti. Sapevano lavorare il ferro e le  loro armi erano più leggere e resistenti rispetto a quelle dei Romani.

Sono stati ritrovati diversi reperti archeologici: tombe di personaggi illustri, quali principi-guerrieri sepolti con le loro armi, i loro cavalli e i loro carri che testimoniano l’ importanza del culto dei morti per i Celti. Altri reperti come i resti del santuario del dio Penn,  testimoniano il culto degli dei.

Pur conoscendo la scrittura, i Salassi preferivano tramandare le loro conoscenze oralmente attraverso canti, poemi composti dai bardi, una casta particolare di sacerdoti.

I Romani, al momento della conquista, si trovarono di fronte a una popolazione  autoctona omogenea e in grado di resistere ad ogni tentativo di sottomissione.

da  D. Lanza e F. Roscalla,  “Mondo antico e medievale”, 1992, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori
da D. Lanza e F. Roscalla, “Mondo antico e medievale”, 1992, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori

 

La motivazione storica della conquista della Valle d’Aosta da parte dei Romani va ricercata nell’importanza logistica assunta dalla prima  nella politica di espansione messa in atto sia da Cesare che da Augusto. I Romani, salendo da Marsiglia, avevano già conquistato la Savoia e il Delfinato ( vedasi cartina) : il Piccolo San Bernardo rappresentava una scorciatoia per raggiungere questi nuovi possedimenti. Nel 58 Cesare, recandosi nel Vallese, si rese conto dell’importanza anche della via del Gran San Bernardo e tentò di assicurarsene il controllo, ma il tentativo fallì per la scarsa determinazione del luogotenente incaricato.

I Salassi, non accettavano passivamente il continuo transito dei Romani sulle loro terre e spesso creavano loro dei problemi, sottoponendoli a continue razzie e obbligandoli a volte a pagare il pedaggio o ad assumerli come guide e portatori, in cambio dell’incolumità.

Le ostilità tra Salassi e Romani durarono decenni ma, alla fine, i Romani prendendo come pretesto le loro continue incursioni, decisero di sottometterli con l’inganno e la forza, anche perché ciò rientrava nel disegno di Augusto di impadronirsi dell’intero arco alpino.

Secondo alcuni storici romani, la popolazione locale sarebbe stata annientata e i superstiti venduti come schiavi a Eporedia (Ivrea) e, nel caso in cui qualcuno fosse scampato alla morte o alla schiavitù, avrebbe potuto continuare a vivere nelle valli laterali o sulle alture dove si erano rifugiati, in quanto non sarebbero mai stati attuati i provvedimenti decisi nei loro confronti.

Le ricerche archeologiche hanno invece dimostrato che parte dei Salassi si integrarono nella società romana locale e che, col tempo, si verificò una fusione tra vincitori e vinti.

Tracce di tale integrazione si riscontrano nell’onomastica, documentata da lapidi e iscrizioni funerarie e nelle pratiche legate ai culti religiosi.

Ad ulteriore conferma si tenga conto, per esempio, delle assimilazioni di  divinità celtiche ( Penn) con divinità romane come Giove, da cui prese il nome il colle del San Bernardo: Juppiter Peninus

  1. Il percorso didattico

TEMPI

ORGANIZZAZIONE

COMPITO

1° FASE:

Questa fase permette agli alunni di cambiare le  loro rappresentazioni  e di conoscere alcuni aspetti della  civiltà dei due popoli, in particolare di quella dei Salassi.

15 min.

 

Raccolta delle rappresentazioni degli alunni.

Lavoro  individuale.

Disegnate e scrivete quello che sapete a proposito dei Salassi e dei Romani.
15 min. Messa in comune: ogni alunno prende visione di quanto è stato realizzato dai compagni.

Commento e discussione collettiva.

Leggete i testi e osservate i disegni dei vostri compagni.

Che cosa ne pensate?

30 min. Gioco di ruolo:

  • un gruppo di alunni  rappresenta i Salassi
  • un altro gruppo rappresenta i Romani

Gli alunni hanno dei documenti che riguardano i  Romani e i Salassi, li leggono e tenuto conto delle informazioni ricavate dagli stessi, drammatizzano  scene di vita quotidiana.

Cercate informazioni riguardanti  il popolo salasso o quello romano sui documenti ricevuti.

Preparate delle scenette sulla  loro vita.

 

 

 

 

30 min. Messa in scena del gioco di ruolo. Presentate, a turno, ai vostri compagni le scenette preparate.
2° FASE:

Questa seconda parte permette di capire  che nell’incontro tra due civiltà, la più forte delle due domina l’altra, ma ne viene  comunque  influenzata, anche  minimamente ,attraverso un inevitabile  scambio.

L’insegnante mostra una cartina storica che presenta il territorio dell’espansione romana, fa osservare che comprende anche  la Valle d’Aosta  e domanda agli alunni : “Che cosa succede quando i Romani e i Salassi si incontrano?”

 

 

30 min. Raccolta delle ipotesi.

Gli alunni lavorano nuovamente in gruppo, mantenendo la suddivisione iniziale.

Lavorate ancora in gruppo e cercate di  rispondere alla domanda con la drammatizzazione.
20 min. Messa in comune.

Piccoli gruppi, gruppo classe

L’insegnante osserva e raccoglie le ipotesi dei diversi  gruppi.

Ogni gruppo proponga agli altri la propria drammatizzazione. Confrontate le vostre scelte e, eventualmente, motivatele.
15 min. Discussione nel gruppo classe.

L’insegnante legge e commenta con gli alunni uno o più documenti o racconti storici che li informino  sull’incontro tra queste due civiltà e, in particolare, sulle caratteristiche comuni.

Ascoltate le conclusioni  degli  storici che hanno lavorato sui  documenti.

 

  1. Indicazioni sull’animazione

 L’animazione di questo percorso didattico non presenta particolari ostacoli. Vengono affrontati concetti attinenti l’incontro tra civiltà diverse.

Si deve comunque tener conto dell’influenza culturale che può condizionare gli alunni nelle loro rappresentazioni e impoverire il dibattito: la scarsa conoscenza dei reperti della civiltà dei Salassi e dall’altra parte la conoscenza di quelli romani, visibili ed imponenti, nella loro città, può condurre gli alunni, nella seconda fase del percorso didattico, a dare per scontata la vittoria immediata dei Romani e l’annientamento degli sconfitti.

L’insegnante dovrebbe a questo punto, insinuare il dubbio sulla totale superiorità dei Romani

informando gli alunni che anche i Salassi possedevano delle abilità: erano degli esperti fabbri, tanto che è ipotizzabile che le loro armi in ferro fossero addirittura più leggere e resistenti di quelle degli avversari.

La civiltà dei Salassi, che si conosce solo in alcuni suoi aspetti e, quasi unicamente, attraverso documenti scritti dai Romani, avrà avuto sicuramente altre qualità culturali di cui non si è a conoscenza.

E utile far osservare che in ogni  testimonianza spesso prevale la sensibilità dell’autore e il suo punto di vista, piuttosto che il dovere di cronaca e che, pertanto essa va valutata con precauzione.

Va d’altra parte evidenziato che in un qualsiasi incontro, c’è sempre uno scambio: l’altro, chiunque sia, non è mai così  insignificante da non trasmettere agli altri  qualcosa, per quanto ininfluente lo si possa immaginare. Perciò anche i Romani, in qualche modo, furono sicuramente influenzati dalla civiltà dei Salassi.

Non è prevista una formalizzazione scritta delle conoscenze acquisite, attraverso un testo individuale, ma è sicuramente importante prevedere una raccolta delle rappresentazioni a fine percorso, perché non solo l’insegnante, ma anche gli alunni possano rendersi conto che vi è stato un cambiamento nella  loro concettualizzazione.

5. Documenti

  •  Civiltà dei Salassi

Documento 1 – I Salassi e la loro valle. 

La terra dei Salassi si trova quasi tutta in una valle profonda, perché i monti chiudono la regione da entrambi i lati, ma una parte di essi si estende anche fino alle cime sovrastanti. Per quelli, dunque, che valicano i monti partendo dal­l’ Italia la strada si snoda lungo la valle suddetta. Essa, poi, si divide in due: l’u­na passa per il monte detto Pennino, non percorribile da carri verso la sommità delle Alpi, e l’altra, più ad occidente, attraverso il paese dei Ceutroni. Il paese dei Salassi ha pure miniere d’oro, di cui un tempo, quando erano potenti, erano padroni i Salassi, esattamente come erano signori delle vie di transito.

 (Da Strabone 63 a.C. – 19 d:C. )

Doc. 2 – Una terra aspra e povera.

Abitano una terra aspra e del tutto povera. Essendo infatti il territorio selvoso, alcuni di essi, portando possenti e pesanti scuri, tagliano la legna per tutta la giornata, altri, lavorando la terra, per lo più spaccano pietre. E, tuttavia, riescono a domare la natura con la loro costanza e sopportando molte fatiche. A condividere questa vita dura hanno come compagne le donne abituate a lavorare alla pari degli uomini. Compiono poi frequenti battute di caccia.

Si cibano di carni degli animali domestici e selvatici e degli erbaggi della terra.

Nei combattimenti sono forti e audaci, indossano un’armatura più leggera rispetto a quella dei Romani, si proteggono con uno scudo allungato e una spada di media lunghezza, resistente.

( A cura delle autrici )

Doc. 3 – Costumi dei Celti. 

Sono due le classi che contano per potere e onore: una  quella dei druidi, l’altra quella dei cavalieri.

I druidi di solito stanno fuori dalla guerra e non pagano i tributi, co­me, invece, il resto della popolazione. Si dice che imparino a memoria un gran numero di versi. E non ritengono lecito affidare alla scrit­tura tali formule. Discutono, inoltre, ed insegnano ai giovani molti problemi circa le stelle e il loro moto, la grandezza del mondo e delle terre, la natura dell’universo, l’infinita potenza degli dei immortali.

La seconda classe è quella dei cavalieri. Costoro, in caso di necessità o quando capita qualche conflitto vanno tutti in guerra e ciascuno di loro si circonda di servi e di clienti.

( Da M. G Vacchina.,  La conquista romana . Liguri o Celti ? Semigalli ! , in Chi eravamo. La riscoperta del classico nella realtà valdostana di oggi)

  • Civiltà dei Romani.

 Doc. 4 – Alcuni aspetti dell’economia dei Romani

L’agricoltura è praticata con mezzi piuttosto primitivi : l’aratro è imperfetto, l’uso del concime è insufficiente e perciò il prodotto è piuttosto scarso. Ad ogni modo all’agricoltore romano, se manca in parte la tecnica, non manca la buona volontà e s’affanna a solcare il terreno con i mezzi che ha a disposizione. Il commercio diventa un’attività di sempre maggior rilievo ,grazie alla posizione favorevole di Roma, situata sul fiume Tevere facilmente navigabile. Le navi, cariche di merci, provenienti dal mare risalivano il fiume per scambiare ogni tipo di prodotto

 (E. Bonifazi, Tempi e luoghi della Storia, Bulgarini, 1997)

Doc. 5 – La religione

La più antica religione romana è legata ai riti propiziatori e al culto degli dei di cui bisogna guadagnarsi il favore, soprattutto in occasione delle guerre, con opportuni sacrifici. Assai importanti sono gli dei che vegliano sulla famiglia e sul focolare domestico.

I culti pubblici sono affidati ai sacerdoti, considerati gli unici capaci di interpretare la volontà degli dei,osservando i segni della natura.

( E. Bonifazi, op.cit.)

Doc. 6 – Una società in continuo cambiamento

La società romana conosce continui cambiamenti : le differenze tra patrizi (la classe dei nobili) e i plebei (la gente comune) si attenuano, mentre cresce il divario tra i ricchi e i poveri. Molti plebei si sono arricchiti dedicandosi al commercio e, insieme ai proprietari terrieri, diventano la classe più importante.

(F. Pitocco, Corso di Storia Antica, Archimede Editore, 1993)

  1. Prolungamenti didattici

 Dopo aver letto agli alunni le conclusioni degli storici rispetto all’incontro tra le due civiltà e riflettuto insieme, l’insegnante domanda loro  di individuare e di mettere per iscritto le cause e le conseguenze dell’invasione dei Romani. Ogni alunno o gruppo di alunni legge il proprio elaborato ai compagni. Dalla lettura, possono nascere altri quesiti ed interrogativi utili per un ulteriore sviluppo.

Ogni insegnante potrebbe, inoltre, sfruttare questo percorso didattico, adattandolo, per esplorare l’ avvenuta fusione tra  popoli della propria storia  regionale e locale, trasferendo e riutilizzando i concetti di incontro e alterità  proposti in questo percorso.

Gli stessi concetti possono essere reinvestiti anche  affrontando problematiche come l’immigrazione e l’integrazione tra europei e extra-comunitari.

  1. Bibliografia

Libri per l’insegnante

  •  IRRSAE Vallée d’Aoste,  Espace Temps Culture en Vallée d’Aoste, Imprimerie valdôtaine Aoste, 1996
  • M.G. Vacchina,  La conquista romana. Liguri o Celti ? Semigalli! ,in Chi eravamo. La riscoperta del classico nella realtà valdostana di oggi.
  • D. Siculo, Vita dura sui monti, in Biblioteca storica.
  • Cuaz, La Valle d’Aosta e la sua storia, Cahier RAI 3, Collana Cahiers/ Quaderni RAI, cura di Gianni Bertone, RAI Radio Televisione Italiana, 1991.
  • Massignan, , La religione dei Celti, Xenia Tascabili, 2001
  • J.- G. Rivolin, , Appunti di Storia della Valle d’Aosta,  Assessorato Istruzione  e Cultura Regione Valle d’Aosta, Archivio Storico Regionale, 1999
  • Mollo Mezzana, Età del ferro, in Numismatica e archeologia del celtismo pedemontano, 1994,  Atti del Convegno Internazionale di Saint-Vincent 8-9 settembre 1989

 Libri per ragazzi

  • B. Gonella,  Antiche Civiltà extraeuropee,  San Paolo, 1997, Collezione La memoria del mondo 5000 a. C.-1900
  • Lobello, Studiare con Internet Storia, Hoepli, 2000
  • Chandler, Il mondo antico, Usborne, 2000
  • Hurdman, P. Steele, R. Tames, Il mondo antico: le grandi civiltà del passato. Come vivevano le popolazioni nell’età della pietra, nell’antico Egitto, nell’antica Grecia e nell’impero romano, White Star 2001.
  • P.A. Spizzotin,  L’antichità  in  I grandi avvenimenti, Editore del Drago, 1991